PREMIO CAVALLINI 2003
Gian Antonio Cibotto. Viene alla luce a Rovigo nel maggio del 1925. A 12 giorni dalla nascita, intorno all’una di notte, furtivamente fasciato dalla madre, fugge con la famiglia per evitare un rastrellamento antifascista in programma per l’indomani mattina. Ad attenderli,
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Gian Antonio Cibotto si è sempre interessato di letteratura e teatro, alternando la narrativa alla saggistica. È stato il primo a riproporre nel dopoguerra Ruzzante, Fiancarli, il Cieco Groto, contribuendo alla rinascita del Teatro Veneto. Ha scritto veramente tanto. Con molti suoi libri ha ricevuto prestigiosi premi letterari, quali il Premio Marzotto con “La Vaca Mora”, il Premio Comisso e il Premio Napoli con “Stramalora”, il Premio Salotto Veneto con “Il doge è sordo”. Dall’opera “Scano Boa” inoltre è stato tratto un film intitolato “Scano Boa dannazione” diretto dal giovane regista Giancarlo Marinelli, interpretato da Franco Citti e Giorgia Bongianni. A novembre è uscito “Il Principe stanco”, del quale si sta parlando con insistenza, definito da Pontiggia “un libro raro, un journal alla francese che sarebbe piaciuto a Gide”. Per amor di completezza, ai volumi già citati, bisognerebbe aggiungere “La coda del parroco”, che ha sollevato polemiche a non finire causa la politica democristiana (non va dimenticato che il padre era un parlamentare di rigida linea cattolica), nonché quelli sulla terra veneta da lui visceralmente amati: “Diario Veneto”, “Veneto segreto”, Veneto d’ombra”, “Un certo Veneto”, “Razza de mona”, “San Bastian con la viola in man”, “In paradiso con la carrozza”, “I giorni della merla”. Nonché il suo volume di biografie, intitolato “Contropelo”, e quello delle poesie intitolato “Amen”. Cibotto è stato il primo nel dopoguerra a rilanciare Angelo Beolco, ovverosia Ruzzante, del quale ha pubblicato una strenna intitolata “Il meglio di Ruzzante”, e la traduzione dei dialoghi per Einaudi. Sempre in materia di teatro non si possono dimenticare il fortunatissimo “Teatro
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