PREMIO CAVALLINI 2017

Pordenone, 28 ottobre, ore 17.30
Convento di San Francesco


VITTORIO SGARBI conferirà il Premio a Luciano Canfora, Furio Colombo, Gilles Pécout, Umberto Piersanti, Italo Zannier

 



Oggi nella saletta incontri del convento di San Francesco a Pordenone è stata presentata l’edizione 2017 del Premio Cavallini, istituito da Vittorio Sgarbi nel 1996 a Barcis, in ricordo di suo zio Bruno Cavallini e giunto alla XXI edizione.

Da quest’anno il premio non è più intitolato al solo Bruno Cavallini, zio di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, ma ai fratelli Bruno, Romana e Rina Cavallini, quest’ultima madre di Vittorio ed Elisabetta, tre personalità molto diverse, ma tutte accomunate da una speciale sensibilità artistica e da un altrettanto speciale forza di carattere.

Sono cinque i riconoscimenti che saranno assegnati in questa rinnovata edizione articolati su varie sezioni:

- Premio alla poesia, a Umberto Piersanti

- Premio al sapere storico, a  Luciano Canfora e Gilles Pécout

- Premio alla fotografia, a  Italo Zannier

- Premio alla carriera, a  Furio Colombo

I nomi dei premiati sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa alla quale erano presenti il Presidente del Comitato organizzatore del premio, Maurizio Salvador e Valentina Gasparet, l’assessore alla Cultura del Comune di Pordenone, Pietro Tropeano e il sindaco di Barcis Claudio Traina con l’assessore al Turismo del Comune, Daniela Paulon.

La cerimonia di consegna del premio è in programma sabato 28 ottobre alle 17.30 al Convento di San Francesco a Pordenone. A consegnare il Premio, promosso con il patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dei Comuni di Pordenone e di Barcis e della Pro Barcis, sarà Vittorio Sgarbi, che lo istituì nel 1996 a Barcis, comune di cui è cittadino onorario.

“A Barcis nacque l’idea di istituire il premio, consegnato per alcuni anni nella località turistica della Valcellina e  dal 2003 a Pordenone. Il Premio Cavallini è un derivato del Premio Giuseppe Malattia della Vallata  – ha scritto Vittorio Sgarbi – che negli anni ha premiato personaggi del mondo della cultura tra i più conosciuti in Italia e in Europa”.

La serata sarà coordinata da Maurizio Salvador, che nel 1996 da sindaco di Barcis accolse con entusiasmo l’idea del premio, e da Valentina Gasparet, e vedrà la presenza, come per gli anni scorsi, della famiglia Cavallini-Sgarbi.


Ha scritto Vittorio Sgarbi del premio: "Il Premio Cavallini da quest’anno non è più Premio Bruno Cavallini, ma semplicemente Premio Cavallini, per includere lo zio Bruno, la zia Romana e mia madre Rina – tre spiriti artistici, ciascuno a suo modo. Mio zio Bruno, oltre che un 'legame di sangue', ha soprattutto con me un collegamento di idee e di pensieri. Con una vitalità assolutamente inesausta (che mi è sicuramente passata per via di testa e non per via di sangue) che era poi quella ammirata, in lui, dai suoi amici, nei momenti in cui pacatamente conversava, metteva insieme la storia civile e quella letteraria, identificava i riferimenti a Foscolo, a Carducci, a Dante, a Benedetto Croce con una straordinaria capacità, affascinando molti che ancora lo ricordano. Mio zio ha molto parlato e detto, e quasi nulla ha scritto. Era un 'atleta' delle lezioni private, consentendosi in tal modo di triplicare lo stipendio. Si arrabbiava su qualunque cosa non corrispondesse alla sua idea lucida e limpida del mondo e, dove l’argomento meritasse, non sentiva stanchezza. Quel riottoso zio, coltissimo, sofisticato e sottile, quasi un Bobi Bazlen che quasi nulla scriveva, era totalmente estraneo a ogni forma di potere culturale, e l’unico potere che poteva rappresentare era quello della sua intelligenza, della sua passione, delle sue idee."

Elisabetta Sgarbi a proposito della madre, Rina, e della zia, Romana: "Mio zio Bruno è sempre stato il modello di mio fratello. Io mi sono riconosciuta più spesso nella postura della zia Romana. Silenziosa e bellicosa mia zia, e anche io. Più appartata di suo fratello e sua sorella, ma altrettanto tumultuosa interiormente, e altrettanto affidata alla poesia. Poco dopo la sua scomparsa, ho voluto pubblicare dei suoi testi, perché ne erano lo specchio, e davano pienezza ai suoi silenzi. Con gli anni, e soprattutto ora che abbiamo un rapporto diverso, mi sono invece sempre più riconosciuta nella Rina. Mi sembra ora di pensarla sempre come lei, con la stessa passione e la stessa intransigenza, la stessa violenza fatta di amore per le cose e le persone. Mi fa sempre uno strano effetto pensare a loro in relazione a un premio, perché i premi sono statici e loro – tutti e tre, Bruno, Rina e Romana – erano quanto pochi altri mobili. Ma è vero che i premi sfidano e vincono il tempo, restano. Come loro tre, ne sono convinta."

Note biografiche dei premiati


LUCIANO CANFORA

Filologo classico e storico, professore emerito dell’Università di Bari, dirige i “Quaderni di storia” e collabora con il “Corriere della Sera”, per il quale ha curato nel 2012 la collana Classici del pensiero. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.


FURIO COLOMBO

Ha vissuto molti anni negli Stati Uniti, dove ha insegnato, scritto, pubblicato. Ha cominciato a scrivere sul “Mondo” di Pannunzio negli anni Cinquanta, poi per settimanali, quotidiani, riviste, pubblicando articoli, racconti, interviste, traduzioni di teatro. Ha lavorato all’Olivetti in Italia e negli Stati Uniti. È stato presidente della Fiat Usa e direttore di programmi culturali della Rai. Ha collaborato per il cinema con Rosi, Antonioni, Montaldo, Lizzani. È stato deputato o senatore in tre legislature (1996, 2006, 2008).


GILLES PÉCOUT

Gilles Pécout è attualmente Recteur de l’Académie e Chancelier des universités de Paris. Professore ordinario di storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore (ENS, Rue d’Ulm) di Parigi dove ha diretto il dipartimento di storia, è considerato uno dei più importanti studiosi del Risorgimento italiano. Tra le sue numerose pubblicazioni, figurano anche Naissance de l’Italie contemporaine: 1770-1922 (1997; 2004), e Atlas de l’histoire de France (2007). È noto al grande pubblico italiano per la trasmissione televisiva Il tempo e la storia, di cui è anche curatore.


UMBERTO PIERSANTI

Umberto Piersanti è nato a Urbino, dove tuttora vive e insegna. Ha pubblicato numerose raccolte poetiche, in particolare I luoghi persi (1994) e L’albero delle nebbie (2008), oltre a saggi e opere di narrativa – l’ultima, Cupo tempo gentile (2012); è inoltre autore di film: L’età breve (1969), Sulle Cesane (1982). Nel 2015 ha pubblicato la raccolta di poesie Nel folto dei sentieri.


ITALO ZANNIER

Italo Zannier è tra i più noti fotografi e storici della fotografia italiana. Ha cominciato a fotografare negli anni Cinquanta, affermandosi ben presto a livello nazionale e internazionale. A partire dagli anni Settanta è stato anche impegnato nell’insegnamento universitario. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Fantastoria della fotografia (2003), Il sogno della fotografia (2006), Alle origini della fotografia scientifica (2008), Storia e tecnica della fotografia (2013), Verso l’invisibile (2016), La lanterna della fotografia (2017). Nel 2004 l’Università di Udine gli ha conferito la laurea ad honorem.

Il premio è stato assegnato: nel 1997 a Gaio Fratini, nel 1998 alla Rivista Panta, nel 1999 a Younis Tawfik con premio speciale a Egi Volterrani, nel 2000 a Franco Loi, nel 2001 a Alain Elkann, nel 2002 a Franco Marcoaldi, nel 2003 a Gian Antonio Cibotto, nel 2004 a Edoardo Nesi, nel 2005 a Diego Marani, nel 2006 a Pino Roveredo, nel 2007, anno in cui il premio si è sdoppiato, a Alexandre Jardin e Giovanni Reale, nel 2008 a Lucio Dalla, Marco Alemanno e Matteo Collura, nel 2009, a Mauro Corona e Pierluigi Panza, nel 2010 a Claudio Magris e Folco Quilici, nel 2011 a Roberto Vecchioni e Alessandro Spina, nel 2012 alla cantante Alice e allo scrittore Maurizio Di Giovanni, nel 2013 a Pierluigi Cappello, Eleonora Cavallini, Tommaso Cerno con premio speciale a Boris Pahor, nel 2014 a Nuccio Ordine con premio speciale a Raffaele La Capria, nel 2015 a Jean-Louis Georgelin, Marc Fumaroli e Ramin Bahrami e, lo scorso anno a Oscar Farinetti, Paolo Portoghesi e Giuseppe Sgarbi.



Barcis, 23 ottobre 2017

 

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